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    P. Diego Dalla Gassa

    P. Diego Dalla Gassa

    Fra Diego arriva in Terra Santa nel 2010, attratto dal desiderio di trascorrere un tempo nei luoghi della vita terrena di Gesù, dopo un pellegrinaggio vissuto nell'anno precedente con alcuni giovani.

    Dopo un tempo trascorso a San Salvatore, la sede della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme e un corso allo Studium Biblicum Franciscanum, padre Pierbattista Pizzaballa, allora Custode, gli chiede se vuole fare un' esperienza concreta come direttore del Romitaggio del Getsemani, un luogo speciale, unico, dedicato esclusivamente alla preghiera, al silenzio interiore e all' incontro intimo con il Signore, per sostituire finalmente padre Giorgio, il frate fondatore degli eremi, morto due anni prima.

    Fra Diego accetta l' incarico e inizia così la sua nuova esperienza come frate, guida spirituale, punto di riferimento per tutti coloro che passano dal Romitaggio e desiderano poi fermarsi in ritiro, ma anche come "custode materiale" del giardino di Gesù: falegname per costruire o riparare mobili e oggetti nei vari eremi, muratore per ristrutturare la Cappella e vari ambienti o costruire muretti a secco e scale in pietra nel grande giardino, esperto di ulivi, imparando a potare, a raccogliere ed infine, a produrre il pregiato e santo olio del Getsemani. Grazie infatti alla donazione di una coppia amica del Romitaggio, di un mini frantoio, il luogo riprende, dopo più di 2000 anni, la stessa funzione che aveva al tempo di Gesù, che è racchiusa nel suo nome: Getsemani significa in ebraico pressoio dell' olio, un avvenimento davvero unico e di grande rilevanza nella storia del luogo.

    Quest'anno 2025, dopo 14 anni di servizio e tanto lavoro svolto con impegno e costanza, in base alle varie necessità ed esigenze del Romitaggio, l'urgenza della formazione dei frati chiama fra Diego a svolgere altri compiti con un altro ruolo, come responsabile della formazione permanente, e a spostarsi sul Monte Tabor in Galilea, nella certezza però, che il legame spirituale e affettivo con il Getsemani, il luogo unico della richiesta di Gesù: "restate qui e vegliate con Me" resterà per sempre nel suo cuore e forse un giorno lo fará ritornare.


    P. DIEGO, IL SIGNIFICATO PROFONDO E LA MISSIONE DEL ROMITAGGIO


    “RESTATE QUI 
VEGLIATE CON ME... VEGLIATE E PREGATE” (Mt 26, 38.41) : L’EREMO DEL GETSEMANI E IL SUO FONDAMENTO TEOLOGICO

    Tra i Luoghi Santi che si possono visitare solo pochi hanno la capacità di offrire al pellegrino un momento di sosta, di silenzio e di preghiera.Tra questi il più suggestivo e unico è il Getsemani, luogo legato alla Memoria evangelica peculiare in cui il Signore invita i suoi a stare accanto a Lui in preghiera. Il Signore afferma: “Restate qui
 vegliate con me... vegliate e pregate per non entrare in tentazione!” (Mt 26, 38.41). Siamo convinti che questo Luogo santo sia, per volontà di Gesù stesso, consacrato alla preghiera e all’incontro con Lui. È bello e affascinante per noi notare che questa tradizione della memoria dell’Agonia di Gesù nel Getsemani, è stata vissuta già dai primi cristiani e ha attraversato i secoli fino ad oggi. Gesù stesso, tramite diversi mistici, ha continuato a chiedere ai suoi seguaci di vivere e condividere con lui la sua Ora santa. Per quale motivo? Non lo sappiamo, ma possiamo intuire che Egli oggi, come allora, ci chiede di prendere coscienza di quanto veramente ci ha amato dando sé stesso per la nostra salvezza e di quanto desidera che noi, uniti a lui, diciamo il nostro ‘sì’ al Padre contribuendo al mistero della Redenzione. È come se ci dicesse: “Ecco, guarda quanto ti ho amato, ti ho amato da morire!” Il Getsemani è il Luogo più adatto in Gerusalemme per stare con il Signore, per mettersi alla sua scuola nel silenzio e nella meditazione, per scoprire la sua volontà e riconoscere la sua presenza pasquale nella storia e nella nostra personale esperienza di vita.

    CUSTODI PERCHÉ CUSTODITI

    La Custodia di Terra Santa, ha il privilegio e il grande dono di custodire e di abitare in questo luogo, “podere chiamato Getsemani, dove il Signore spesso vi si ritirava”. È curioso considerare come tale Giardino è stato custodito misteriosamente per secoli e ora noi, figli di Francesco, siamo qui a continuare questa preziosa custodia del luogo preferito del Signore. Se con uno sguardo di fede guardiamo la stessa Luna che i Patriarchi, i Profeti, i piccoli e i grandi hanno visto, con san Francesco possiamo accogliere il privilegio del nostro essere QUI e meditare sul profondo legame che lui aveva con la Passione del Signore. Amava dire: “Vorrei percorrere le vie del mondo piangendo la Passione del mio Signore”. QUI al Getsemani vediamo che il mondo giunge nel Luogo della Passione del Signore e noi possiamo essere semplicemente delle modeste ‘mediazioni’, affinché l’Amore del Signore, testimoniato con l’offerta della sua Vita, possa ancor oggi diventare nutrimento e consolazione per ogni persona che giunge in questo Luogo. Da un punto di vista geografico, ci troviamo accanto alla Basilica dell’Agonia, in una modesta parte di quell’antico podere chiamato Getsemani (=pressoio dell’olio). Qui, nel 1987, è sorto l’Eremo, luogo che è stato realizzato esclusivamente per “stare in disparte”, per accogliere il mistero che il Signore ha manifestato qui con la sua Passione. Il fondatore del Romitaggio è padre Giorgio Colombini, il frate modenese che ha saputo coniugare la preghiera e l’azione pastorale, con l’aiuto e la collaborazione della fraternità della Basilica dell’Agonia, dando vita all’Eremo del Getsemani, un luogo speciale della Custodia di Terra Santa. Attualmente l’Eremo è animato da padre Diego Dalla Gassa con la presenza preziosa e l’ausilio di due consacrate secolari, Teresa Penta della Comunità Mariana Oasi della Pace ed Elisa Chiorrini dell’Ordo Virginum.

    L’EREMO DEL GETSEMANI ALLA LUCE DELLA REGOLA DEGLI EREMI DI SAN FRANCESCO

    Se parliamo della vita dell’Eremo è doveroso chiederci quale tipo di relazione c’è con la Regola degli eremi che san Francesco ha scritto (FF:136-138). Quali connessioni e quali luci possiamo accogliere in questo Luogo santo in cui il Signore stesso chiede di stare accanto a Lui, con ciò che consiglia Francesco a “Coloro che vogliono condurre vita religiosa negli eremi”? Ci rendiamo conto che la nostra realtà, si scosta dalla modalità che Francesco proponeva ai frati che andavano in un Eremo. Il Getsemani ha una spiritualità unica e particolare proprio perché è patrimonio della cristianità, e in quanto tale deve rimanere aperto a tutte le tipologie di persone desiderose di vivere la proposta del Luogo, e non esclusivamente ai soli frati. Allo stesso tempo però, nell’esperienza di solitudine che Francesco propone ai suoi frati, troviamo delle caratteristiche interessanti che ci possono aiutare a vivere meglio in questo Luogo santo.

    Dalla “Regola degli eremi” possiamo attingere a questi punti nodali: è la fraternità che vive l’esperienza di preghiera in una ricerca accurata di un luogo di solitudine in cui poter stare in disparte con il Signore. Frate Francesco propone uno stile di vita da ‘madri’ e ‘figli’, avendo come riferimento essenziale l’icona evangelica di Marta e Maria. L’intuito geniale e affascinante del Santo di Assisi poi è centrato sull’accogliere, ascoltare il Signore, per cercare prima di tutto il suo Regno. Infine esorta ciascun frate a elemosinare da poverello verso le madri e vivere da figlio, potremmo dire da minore, come colui che dipende dall’altro, e si riconosce bisognoso. Tutto questo potremmo considerarlo parte integrante di un cammino di libertà e purificazione, che attraverso una “dolce dipendenza” dall’altro, ci apre alla relazione con il Signore, Altro per eccellenza. Questo è il servizio di accoglienza che qui svolgiamo solitamente, il servizio è molto impegnativo perchè è necessario dare una degna accoglienza a chi viene. Potremmo dire che per noi la nostra Patrona è santa Marta. Nei tempi che riconosciamo più frequentati, ci facciamo aiutare da alcuni volontari del Getsemani che chiamiamo “Amici dell’Eremo del Getsemani”, persone dedite e fidate. Ora invece, in questo tempo del conflitto, in cui i pellegrini sono praticamente assenti, viviamo ciò che solitamente proponiamo: stiamo ai piedi del Signore, come santa Maria, sorella di Lazzaro.

    LA NOSTRA MISSIONE

    A) ESSERE PREGHIERA NELLA PREGHIERA DI GESÙ

    In questa prospettiva riusciamo a intuire che il Getsemani non è solo Memoriale della Passione del Signore, è anche il Luogo in cui viviamo la familiarità con il Signore nella vita operosa, accogliendo persone con semplicità nel suo Giardino e stando a contatto con la natura che ci richiama all’attesa paziente dell’Agricoltore che getta con generosità ancora il seme della sua Parola. La nostra missione la consideriamo una piccola e debole presenza silenziosa, che cerca di essere conforto al Signore che QUI chiede di vegliare, mentre Lui prega, dunque il nostro servizio dipende fortemente da questo desiderio del Signore e vuole essere risposta alla sua richiesta. Poter baciare questa roccia su cui Lui ha pregato il Padre per la nostra redenzione è qualcosa di unico e irripetibile e in realtà siamo noi piccoli che ci percepiamo baciati dall’amore del Signore! In questo tempo così fluttuante e pieno di contraddizioni, in cui sembra regnare l’odio e il rancore dell’uomo verso uomo, percepiamo un invito incessante da parte del Signore: essere intercessione per chi si ritrova spiritualmente nel Getsemani, a motivo della guerra, della lotta, della sofferenza o dell’offerta sofferta della propria vita! Da questo Giardino santo, chiamato anche “Luogo della lotta” (agone=lotta/battaglia), ci rendiamo conto che fuori di noi c’è una guerra che è molto rumorosa, ma riconosciamo che ce ne un’altra, più silenziosa, che è più velenosa e pericolosa, perché rischia di entrare nel cuore di ciascuno di noi, portandoci a percepirci soli e in balìa del male. Ci porta al pregiudizio su chi ci vive accanto, e anche al sospetto più grave ancora: che Dio ci ha abbandonati! Il Signore invece QUI ci ripete: “State qui con me! Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto ma la carne è debole” (cfr Mt 26, 41). Tutti noi siamo chiamati e raggiunti dal Signore! Il Getsemani è il punto geografico teologico in cui ogni uomo, al di là del proprio Credo, si ritrova visitato dal Figlio di Dio! In questo senso, il silenzio e la ricerca di una solitudine che proponiamo sono le modalità essenziali che noi cerchiamo di vivere e di custodire, per far sì che possa accadere nuovamente questo incontro, tra Dio e le anime che Lui ha amato in modo smisurato.

    B) ESSERE UNA PRESENZA RISPETTOSA CHE ACCOMPAGNA

    Ispirati dall’icona evangelica di Marta e Maria anche noi cerchiamo di essere ‘madri’ verso chi desidera stare in preghiera, ruolo delicato e importantissimo per permettere ai ‘figli’ di vivere in solitudine la preghiera per ascoltare la Parola di vita. Nell’aprire e chiudere questo prezioso spazio, offriamo una materna accoglienza a uomini e donne, presbiteri, religiosi e laici, nel rispetto del cammino di ognuno. A differenza di tante case di ritiro per esercizi spirituali, non abbiamo una cucina comune ma ogni eremo dispone del necessario per preparare il cibo che può essere facilmente acquistato in città; c’è infatti una sapienza anche nel farsi da mangiare da soli e nel silenzio. Nell’accoglienza consegniamo un piccolo regolamento e chiediamo a tutti gli ospiti di osservare un clima di raccoglimento e di preghiera, evitando di accogliere o ospitare altre persone nel proprio eremo e di seguire i nostri consigli per poter vivere l’esperienza eremitica nel modo migliore possibile. Come buone ‘madri’, noi animatori vigiliamo affinché ci possa essere la custodia di una sana solitudine, in particolare in quest’epoca moderna in cui la maggior parte delle relazioni sono basate su un contatto tecnologico. È una vera sfida e una decisione importante scegliere di parlare con Dio, che non usa lo smartphone, ma il contatto spirituale! Qui al Romitaggio non abbiamo tariffe fisse per l’accoglienza ma all’ospite chiediamo un’offerta per coprire le spese dei propri consumi e per la manutenzione del luogo, ci dispiacerebbe se qualcuno, a causa di problemi di carattere economico, escludesse a priori la possibilità di fare questa esperienza. Gli eremi sono dodici di cui nove disponibili per gli ospiti, il numero è ideale e la struttura stessa non permette un’accoglienza maggiore. Possono essere accolti anche piccoli gruppi fino a un massimo di dodici persone, dalla nostra esperienza abbiamo visto che, se si supera un certo numero di ospiti, diventa difficile custodire il silenzio e qualche momento di solitudine. Oltre ai singoli ospiti, accogliamo gruppi di pellegrini che desiderano vivere l’Hora Sancta, celebrare l’Eucarestia o vivere un momento di preghiera nel Giardino di Gesù. Tale accoglienza la facciamo in numero contenuto e in armonia ai nostri orari per garantire il clima di raccoglimento e preghiera agli ospiti. La nostra proposta dunque cerca di offrire uno stile di vita semplice: offriamo ciò che viviamo! Condividiamo i vari momenti di vita e di preghiera, che seguono lo stile maturato dalla lunga esperienza dello stesso fondatore padre Giorgio che amava ripetere: “Il Getsemani lo capisce, chi il Getsemani vive”.

    C) ESSERE A SERVIZIO DELL’ALTRO

    L’Eremo è stato realizzato esclusivamente per vivere la preghiera e chiaramente non è un alloggio per visitare la Terra Santa e la Città di Gerusalemme. Ci sarà un motivo se san Francesco, con una certa insistenza, invita chi fa da madri ad avere una custodia dei figli nel silenzio, in un luogo protetto o in disparte, significa che i frati potevano essere effettivamente disturbati e distratti dal contatto con la gente. In questo senso, la cura materna da parte del frate incaricato come dei suoi collaboratori, è indispensabile per garantire l’esperienza da figli per coloro che sostano qui e così avviene misteriosamente a quanti desiderano spazi di preghiera accompagnata. Abbiamo notato che accade a chi ha bisogno di recuperare il senso di Dio nella vita, a chi ha il desiderio di lasciarsi incontrare dal Signore che lo cerca, Lui, Roveto ardente che non si consuma! Realmente QUI in questo Luogo, oggi, come allora, la Parola che Nicodemo ricevette da nostro Signore Gesù Cristo riguardo alla ri-nascita è in via di compimento (Gv 3, 3-16), è un dono e una missione che non possiamo trascurare. Questo deve spronarci a una vita sempre più resa sacra dal Signore (= consacrata), coerente alla testimonianza evangelica e direi francescana. Come la madre, per avere del latte nutriente da dare al suo bambino si deve nutrire di buoni alimenti, così noi nel servizio richiestoci, cerchiamo di nutrirci della Parola di Dio, della grazia di questo Luogo santo, per poter poi nutrire le persone, i figli, che il Signore conduce qui a incontrarsi con Lui anche attraverso di noi.

    D) LA CURA DELLE ANIME: L’OPERA PIÙ IMPORTANTE

    Il tentativo per noi di curare il clima di preghiera, nella calma o nella lotta, ha il suo significato profondo in questa accoglienza del mistero della Persona di Gesù. Nel Getsemani, il Figlio di Dio in modo sempre più intenso vive ciò che ha insegnato ai discepoli e, parlando sempre meno, diviene drammaticamente in modo graduale la Parola fatta carne, vive ciò che ha detto: l’offerta della vita e l’inizio della Passione! Noi stessi siamo meravigliati di come il Signore ci viene incontro, bussando alla porta del nostro cuore e abbiamo la consapevolezza che la consolazione che il Signore chiede QUI, ha in realtà il segreto e il potere di diventare consolazione per tutti attraverso la sua vicinanza e la sua Presenza, al di là del luogo geografico o spirituale in cui ognuno si trova! Abbiamo la grande fiducia e la certezza che Dio cerca l’uomo ancor oggi con passione e con un amore grande e indicibile! Lo immaginiamo così, e alle volte ci sembra ancora di scorgerlo: il Signore che viene nel suo Giardino a passeggiare nuovamente con i suoi figli, intessendo con loro vincoli d’amore (cfr Os 11, 3-5). Queste sono alcune delle esperienze che noi viviamo in questo Luogo santo, alla luce del desiderio di Gesù narrato dai Vangeli. Qui, facciamo molte cose, forse troppe, ma sicuramente quella più importante e nobile pensiamo sia il bene e la cura delle anime, una dedizione silenziosa, conosciuta solo da Dio.

    A lode di Cristo, amen.

    Fra Diego Dalla Gassa




    Hora Sancta

    Siamo i figli di Francesco, custodiamo per volere di Dio uno dei luoghi più cari a Gesù:
    il giardino chiamato Getsemani

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